Unioni civili: “Love is Love”. Considerazioni di un’italiana all’estero.
Ho seguito con grande interesse le vicende italiane delle ultime settimane relative al tema delle legalizzazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Non mi soffermerò nel sottolineare l’idiozia, l’ignoranza, il grado conservatorista e retrogrado di gran parte della nostra classe politica, perché ad imbarazzare il paese e coprirsi di ridicolo riescono benissimo da soli (il family day è stato una cosa veramente grottesca). Mi preme invece fare una considerazione più generale sul tema dell’omosessualità e del conseguente riconoscimento dei diritti di cui ogni essere umano dovrebbe beneficiare. Vivo, come ho già detto in precedenza, in Irlanda. Quella che secondo stereotipi ed espressioni giornalistiche è definita come la “Cattolicissima Irlanda”. Bene…cattolica si ma con le dovute considerazioni: nessuno mette in dubbio che l’Irlanda abbia un orientamento religioso prevalentemente cattolico, nessuno dimentica la guerra, lo scontro devastante tra due religioni, le tantissime vite andate perse in questo conflitto. Oggi però la situazione è cambiata. Posso assolutamente affermare che le nuove generazioni hanno una “open mind” dall’inglese mente aperta, che purtroppo non ho riscontrato in passato tra i giovani italiani.Le mie non sono soltanto parole vane o considerazioni soggettive, la conferma è data dal fatto che lo scorso maggio, l’Irlanda è stata il primo paese nella storia a modificare la Costituzione attraverso un referendum popolare. Con il 62,1% gli irlandesi hanno detto si alle nozze gay. Una vera e propria rivoluzione partita dal basso, da questa nuova generazione attiva, dinamica, informata. Un momento che ha riscritto la storia, se pensiamo al fatto che solo venti anni fa in Irlanda veniva abolito il reato penale di “omosessualità“. Il cambiamento culturale che ha attraversato l’isola verde ha dell’incredibile e segna la vittoria del rispetto, dell’intelligenza, dell’uguaglianza. Tornando al caso italiano, sono rimasta piacevolmente colpita dalle manifestazioni che al grido di #SVEGLIAITALIA hanno attraversato tutto il paese. Da nord a sud, un milione di persone sono scese in piazza per esprimere il proprio si alle unioni civili. Mi ha emozionato vedere Napoli, la mia città, colorata di arcobaleno. Confesso che avrei voluto esserci per manifestare ed esprimere il mio favore, ma ho percepito l’energia, la positività, la voglia di cambiare anche solo dai racconti e dalle foto che sono circolate per il web. È questo che mi fa ben sperare. Ho imparato a non fidarmi del potere e dei politici (italiani) ma, come nel caso dell’Irlanda, voglio credere ai cambiamenti che con forza partono dal basso. E allora mi piacerebbe vedere tutti gli italiani, quelli che stanno dalla parte dell’uguaglianza, del rispetto, dell’umanità, farsi portatori di questo cambiamento. Spero un giorno di poter parlare con i miei amici spagnoli, francesi, irlandesi e non dovermi vergognare quando viene affrontato il tema della legalizzazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Utopica? Illusa?… Forse. Preferisco comunque sperare che un giorno (vicino) la maggioranza delle persone capisca che l’omosessualità non è una malattia, che nessun uomo può impedire a un altro di amare chi vuole, che non c’è differenza tra un uomo che sta con una donna, un uomo che sta con un altro uomo e una donna che ne sta con un’altra. La famiglia non è composta da un uomo e una donna. La famiglia è fatta da AMORE, indipendentemente dal sesso. “Non è naturale” diranno alcuni, “soltanto un uomo e una donna possono avere figli” sosterranno altri. Ebbene le soluzioni sono molteplici;
1) non mi sembra che tutte le coppie eterosessuali abbiano figli, quindi se i figli non si vogliono non è un obbligo farli.
2) quando per cause naturali una coppia etero non può avere figli allora lì si che diventa normale!
3) esiste l’ADOZIONE. Sveglia!!! Un bambino per crescere sano non ha bisogno necessariamente di un padre e una madre ma di amore e di un’ambiente sereno.
Riconosco che è ancora presto in Italia per parlare di adozioni ma anche solo il riconoscimento delle unioni civili sarebbe un grande risultato, un primo piccolo passo verso la parità e l’uguaglianza. Chiudo con un video che ho guardato per la prima volta qualche anno fa invitandovi a riflettere sull’importanza del cambiamento generazionale e vi saluto con una delle mie frasi preferite “love is love”…il resto non conta.